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Da "Sexananda"

La vera arte del Tantra

 

by Stefananda

 

Questo libro è dedicato alla Madre,
il Grande Principio Femminile dell’Universo,
e alle Sue figlie, le Donne.
Attraverso le donne ho amato.
Attraverso le donne ho sofferto.
Attraverso di esse ho sbagliato e ho pagato.
Attraverso di loro ho scritto.
Questa è stata la mia terapia.

 

 

INTRODUZIONE SEMI-SERIA DELL'AUTORE

by Stefananda

 

 

Per (tentare di) spiegare il “perché” di questo strambo libercolo - che per la prima parte di esso raccoglie una serie di scritti composti, a più riprese, tra il 1992 e il 1996 - si rende necessaria un’analisi introduttiva sulla quale, già si sa, si abbatteranno critiche e proteste denigratorie (ma a me mi ci fai un baffo e la realtà che sopravvive ad entrambi non sarai tu a cambiarla).
Per fortuna abbiamo tolto nomi ed omesse le parti più oscene, proprio come si fa al cinema e sui giornali.
Con lo spirito di osservazione tragicomico che contraddistingue chi scrive, si desidera qui porre l’attenzione sulle enormi difficoltà di scambio e di comunicazione tra le persone e, nel nostro caso, particolarmente su quelle che intercorrono fra i due sessi.
Tutte queste difficoltà hanno portato a una serie di trasformazioni e variazioni di tendenze negli “usi e costumi” dei rapporti intimo-affettivi.
Le separazioni e i divorzi aumentano, i “singles” pure, per non parlare poi delle cosiddette perversioni e delle violenze sessuali.
Pare anche che, ogni tanto, s’incrementino di nuovo i matrimoni i quali, poiché perseverare negli errori è davvero più umano che diabolico, si trasformeranno ben presto in quasi altrettante separazioni o in “convivenze forzate” in casa. Ulteriori trasformazioni porteranno ad altrettanti nuovi matrimoni, e il cerchio infinito continua...
Io vorrei soccorrere e salvare tutte le coppie in crisi, occupandomi - disinteressatamente, l’ho già detto - della realtà femminile insoddisfatta, ma non ho il tempo e l’energia per tutte e - inoltre - la morale e la cultura occidentale non me lo permettono.
Ecco perché ho dovuto chiedere aiuto a Lui, Paraguru Tantrananda, uno dei pochi veri uomini ancora esistenti e resistenti, aventi una visuale ampia, al di fuori e al di sopra dell’ordinario, del banale e dello scontato.
Infatti, cosa facciamo noi, poveri mortali, per risollevarci dalla miseria e dalla povertà spirituale ed affettiva? Ci sbraniamo e ci accusiamo a vicenda, ma l’indice puntato costantemente sulle colpe, presunte o vere, dei “maschietti” e delle “femminucce”, una parte contro l’altra, non aiuta a risollevarsi e la paura, la delusione e la solitudine aumentano in entrambi gli schieramenti.
Se non ci credete, se pensate che esageriamo, d’accordo con i sessuologi e con i porno shop, provate a sistemarvi da una parte a sentir parlare un gruppo di donne about gli uomini.
Poi mettetevi dall’altra parte e ascoltate un gruppo di uomini cicalare about le donne.
Ne uscirà fuori, quasi certamente, un quadro vario e fantasioso, ma ombrato.
Pregiudizi, sfiducia, timori, chiusure, risentimenti, aggressività, indisponibilità, senso di rivalsa, di inferiorità/superiorità....... e intanto Novella 2000 continua a vendere e noi a comprarlo.
Sempre più persone di ambo i sessi, delusi e sfiduciati da una parte, si rivolgono a relazioni compensative con partners dello stesso sesso.
Quelli che, sentendosi “normali”, ancora oggi di divertono a ironizzare su “quelli dell’altra sponda” non si rendono nemmeno conto che il fiume, straripando, s’è cuccato sia una “sponda” che l’altra e di isolotti tranquilli ce ne sono rimasti ormai ben pochi per tutti.
Sempre più signore attempate, cinquantenni e oltre, si “accompagnano” con partners che hanno almeno la metà dei loro anni - it’s like this: un giovanotto ventenne tira molto e va sempre più di moda, nei salotti e in camera da letto e ai poveri trentenni e quarantenni non rimangono ormai nemmeno più le briciole. Per quelli ancora più maturi, se non c’hanno i soldi o il potere le cose si mettono anche peggio.
Una volta andava di moda che una signora portasse a spasso il cagnolino col fiocchetto, oggi al posto del cagnolino si porta dietro il ragazzetto (col fiocchetto).
In effetti, la “fascia” dei trentenni/quarantenni è quella più “sofferente”: lo stato di maggiore sfiducia, di solitudine angosciante, delusione, depressione, senso di vuoto e mancanza di aspettative si riscontra più facilmente nell’epoca di piena maturità, tra i 30 e i 40 anni, prima che si raggiunga quella successiva di maturità, ormai però troppo piena (tranne per quelli più lanciati e sportivi, oppure ricchi).
Tante coppie vanno “avanti” per abitudine o per paura della solitudine. Altre, per tener buona la crisi, al posto della ruota di scorta in macchina c’hanno l’amante. Qualche altro infaticabile ce ne ha 2, 3, 4, 5 (praticamente un TIR... e come tir!!!), magari tenendole tutte per sé.
Ma questa è solo una fetta del Mondo. Per il resto, sta succedendo di peggio. I rapporti sessuali stanno scomparendo. La castità, che prima era una virtù perché non la praticava nessuno, è ormai divenuta un vizio (e dei peggiori). Niente più incontri emozionalmente intensi, nessuno s’innamora più. Ci si innamora ormai quasi soltanto del proprio analista. Gli analisti hanno così tanto lavoro da dover fare sempre più straordinari.
Eh sì, l’è proprio una bella professione, quella! Dopo il mio, è il lavoro più bello che ci sia, e senz’altro il più conveniente.
Nessuno può negarlo: siamo tutti in trincea per combattere questa guerra tra poveri e sganciarmi da tutto ‘sto intrallazzo m’è costato, mi costa, una solitudine e un’incomprensione infinita...... e sì che se non scappo io, scappano loro - intendo dire le donne, anzi le òmine!
Con questa situazione ristagnante, l’esistenza diventa per noi una noia: prima la carriera, secondo il lavoro, terzo gli affari.........
Per me, che mi considero uno degli ultimi romantici sopravvissuti, ciò è insostenibile e se ce ne sono altri che “sentono” così, anche se in pochi, non c’è da vergognarsi: la merce rara è sempre quella che vale di più!
Il divario, la separazione tra uomo e donna aumentano sempre di più raggiungendo le proporzioni di un abisso ed è una triste sorte per due realtà che erano destinate a conoscersi, a incontrarsi, a completarsi, a fondersi.
Invece di fonderci in due, ci siamo “fusi” da soli.
E qualcuno ancora grida: “solo è bello!. Bello, ma triste.
Come te, forse, che t’avrò incontrato cento volte.
Talmente tante volte che hai intristito pure me, che già ero malinconico per fatti miei, così adesso mi sono proprio stufato. E visto che sono uno che non fa niente tanto per passare il tempo, ho deciso di tentare di fare qualcosa, o meglio di scriverla.
Comunque, ciò che è stato descritto qui è giustappena solo qualcuno dei “sintomi” più ricorrenti che si possono osservare (o sperimentare di persona) e che ci aiutano a decifrare una tendenza, un orientamento generale. Al tempo stesso, però, queste nostre osservazioni non devono essere assolutamente interpretate come dei facili moralismi o dei giudizi di valore o, peggio ancora, come delle critiche: non potremmo permettercelo proprio e, onestamente, chi scrive suppone che tutto ciò che serve a far sì che un individuo stia bene e sia felice, anche solo per qualche momento (ricordatevi i versi di Orazio e di Quasimodo!), sia giusto e lecito, sempreché non danneggi nessuno.
In questa propensione, tutte le compensazioni e tutti gli adattamenti personali possibili vanno anche bene e non è certo su di essi che rischiamo di intervenire. Vorremmo solo far scorrere, attraverso le immagini fornite dalla parola scritta, un messaggio, con il consenso di chi si accinge a leggere, parlando del senso di vuoto, di scoraggiamento, di isolamento, della depressione sentimentale, della chiusura, della sfiducia e dell’incomunicabilità, della difficoltà di relazionarsi con l’affettività e la sessualità (propria e altrui), sulla paura del maschio (nella donna) e della femmina (nell’uomo), sull’insofferenza sempre più marcata verso gli altri e poi verso se stessi e poi..... non rimane altro.
Nel vedere tutto questo, nell’esserne ferito, il mio cuore sanguina. I miei occhi lacrimano. L’animo mi s’incupisce. E penso a tutti quelli che incontro e che ho incontrato, amici e non  amici e vorrei fare qualcosa per loro, vorrei aiutarli tutti (anzi, soprattutto tutte, ma io sono un ragazzo serio).... ma come fare?
Però alla fine, dopo tanta tristezza e amarezza, dopo la dura presa di coscienza, sono uno che s’incacchia, che non ci sta più di tanto e che reagisce: CHI VUOLE USCIRE DAL TUNNEL PUÒ FARLO, DEVE FARLO.
Con questo sentimento, con questo pensiero, non mancando d’invocare anche le benedizioni del Califfo, mio tutore spirituale, ho ideato un proposito e una missione che sono di tutti e per tutti: liberarsi dalle pastoie che c’inquinano e c’immobilizzano sempre, ogni giorno, COMINCIANDO PROPRIO COL PRENDERNE COSCIENZA.
Infatti non c’è peggior schiavo di colui che lo è senza rendersene nemmeno conto.
Che PARAGURU TANTRANANDA vi benedica e resti sempre con voi e nei vostri cuori.

 

 

 

Libera selezione estratta dal volume
“SEXANANDA”,
di Stefananda – Edizioni ISU

 

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