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Da "Mondo New Age

( spiritulità vò cercando)

by Stefananda

 

 

Riflessioni e & contorsioni di passaggio dalla vecchia era alla nuova era

 

by Stefananda

 

Una lettura comica, feroce, dissakrante, insinuante,
cardiotonica, tenera, romantica, eroterica.
Senza peli sulla lingua calva, senza tette né legge!

 

 

PREMESSAVVISO:

 

La lettura di queste pagine é fortemente sconsigliata: ai minorenni; ai minorati; ai morbosi; ai deboli di stomaco; ai conflittuali antigenitali; ai facili nello scandalizzarsi; a coloro che si sentono umanamente e spiritualmente molto evoluti e, soprattutto, a tutti quelli che si sentono troppo seri da non saper ridere di sé, di me, di tutta la follia che giornalmente ci propina il mondo.
Se, nonostante questo cauto avvertimento, vi cimenterete nel leggere, non andate poi a lamentarvi in giro dei presunti gusti orrormaniacali dell’autore, sicuramente più puro, più ingenuo e più innocente di (seguono circa tremila nomi, noti e meno noti, non pubblicabili per decenza). E poi non eravate stati sconsigliati prima?

 

 

1

Tutti i miei problemi (esistenziali, identificativi, monetari, affettivi, sessuali, eccetera, tutti, praticamente e indistintamente) sono iniziati quando, oltre alle già classiche, fatidiche e tormentanti domande, del tipo “Chi sono? Cosa faccio qui? Dove abito? Come mi chiamo? Quando é pronta la cena?” si é aggiunta questa, la più aggravante: “Chi é peggiore, o migliore, tra: un insegnante new age, un organizzatore new age, uno scrittore new age, un editore new age? A chi salverebbe l’anima, il Padreterno?”
Nell’incertezza della risposta, e visto che tanto di tempo ne avevo (poco) ho deciso di provare a recitare tutte e quattro le parti in contemporanea. Ma riuscirò, alla fine, a capire chi era il migliore dei quattro? Chi si salverà, il Giorno del Giudizio Finale, il primo, il secondo, il terzo, il quarto o il quinto, cioè il ruolo che non ho scelto di interpretare? É lo stesso, tanto, ci scommetto, alla fine uscirà che il più degno era il sesto.
Mentre le spiegavo questo, lei non era disperata manco un po', e certamente non ne valeva la pena.
Era solo leggermente preoccupata perché per un po’ non aveva più visto dei miei “pezzi” nuovi sulla rivista. Mi ero esaurito, oltre che a livello nervoso, anche creativamente? Ero rinsavito e avevo smesso di scrivere? Stavo pensando di sposarmi? (Sei scema?)
Eh no, coccabella, che posso permettermi solo di ammirarti, guardiamo ma non tocchiamo, non solo scrivo (o ci provo ancora), ma c’ho il cassetto pieno zeppo di materiale, tutta roba d’arte varia, per cui c’è l’imbarazzo della scelta su cosa fare uscire.
Il problema, semmai,  è un altro (oltre me).
A parte il fatto che me so’ stufato di spendere 10 milioni a botta tra stampa e spedizioni di rivista, che spesso non vengono neppure apprezzati e ancor meno mi “rendono”, visto che nessuno s’abbona (dannati tirchiacci, avete infangato per secoli i genovesi, e poi siete tutti uguali) ed ho visto ridursi il numero di persone ai corsi, i più accorti -  essi, gli esperti di MARKETTING - mi hanno riferito che, secondo loro, l’unica impressione che riesco ad ottenere con le mie esibizioni letterarie, definite da qualcuno di genere “demenziale spinto” è che non sono serio..... mica vero!!!
Quelli che hanno un po' di confidenza con me, me lo dicono sempre e forse me lo diranno anche stavolta: “Non scrivere ’ste cose, ti fa male all’immagine. Ti giochi la reputazione. La gente pensa male (però fa peggio)”.
Lo so, purtroppo. Lo so.
Me l’hanno spiegato quand’ero piccolo che certe sincerità, o fossero anche solo opinioni, conviene non esternarle. Non conviene. La storia e la politica insegnano.
Gesù Cristo. Malcolm X. Marthin Luther King. Abramo Lincoln. Giordano Bruno. Paperino. Vi dicono niente, questi nomi?
A me sì, moltissimo. E pur non essendo nemmeno un poco degno di loro, anch’io, nel mio piccolo, sto rischiando tantissimo.
E’ sempre il solito problema di marketing e di immagine, che vorrei glissare, ma non posso: la nostra opinione è troppo imbevuta di luoghi comuni. Prendiamo, a titolo di esempio, lo Yoga. Un classico. Cosa credono, solitamente, l’uomo e la donna di stazza media?
Il maestro di Yoga non s’arrabbia mai. Non dice parolacce. Mangia solo broccoletti lessi e disprezza il vino, che usa solo per detergere le pentole. Egli non guarda le donne. Non usa il pipino. Il maestro di Yoga fa come il maestro Guruommananda (quello sì che è un vero guru).
Se non fai così, se non ti adegui, o se almeno non lo sostieni, sei fregato.
Come vedete, non basta che io faccia già per conto mio una vita abbastanza ritirata e quasi monacale: si vogliono vedere ben altre cose e bastano poche esuberanze da parte mia per cancellare anni di lavoro e di fatiche..... ma se po' campà così ?!?
Al dunque, signori, come disse un tempo qualcuno certamente più famoso e prestante di me, qui si pone la mia questione: è meglio dare la precedenza alle proprie esigenze espressive oppure agli interessi dell’ISU? Non ho dubbi: se salvo gli interessi dell’ISU salvaguardo i miei e quelli dei miei colleghi, quindi l’unico modo per ovviare in parte all’inconveniente è limitarsi e raggiungere solo un numero ristretto di persone. Quelle per le quali, conoscendomi, non potrei essere più “strano” di quel che già sono, almeno per loro: si vede dal bollino che porto addosso, o meglio, dentro.
Se poi anche loro si dimezzeranno ulteriormente, farò magari ancora in tempo a regalare il computer e a recuperare un’altra parte di utenza (ammazza che brutta parola), quella che non avrà letto. Occhio che non vede, coscienza che non duole.
Perciò, mia cara coccabella, se farti ridere ancora è l’unica speranza che ho di conquistarti - oltre a quella improbabile di diventare ricco - e di essere preso in considerazione da te (ti regalerei anche tutte le mie annate di Jasmine con dedica, se è per questo, ma tanto per te non valgono una lira bonza: lo so che non attaccherebbe - m’attacco io, allora) bèccati altri pezzi nuovi. Al solito, e dopo la risata, alla fine dirai che sono un pervertito. Ma io scrivo per piacere, mica per soffrire (mi fai già soffrire abbastanza tu).
Poi, se riesco pure a farti ridere son contento, ma non è mica merito mio, l’ironia è un dono di natura (mai apprezzato abbastanza in una società di cazzoni che si prendono tutti così sul serio da fare ridere), ma è l’unico che ho, perché di altri doni la natura stessa non ha voluto sapere di farmene. Non ho altri doni, né per me, né per te: bisogna che t’accontenti (o che cerchi altrove, che è la cosa più naturale, volendo rimanere in tema).
E voi? Bè, se siete tra i miei pochi estimatori forse questi pezzi li apprezzerete anche se, magari, non sono tra quelli più allegri o ispirati.
Centellinateveli, perché per i prossimi se ne riparla, lo sapete, tra tre mesi.
Infatti è pressoché impensabile che un editore, uno vero, con due borse così, dal più scalcinato al più quotato, impazzisca e decida di mettermi sotto contratto, per cui non potrete certo trovarmi sugli scaffali di Feltrinelli o di Rizzoli.
Loro non ci credono, io non ci credo e non ci credete nemmeno voi.
Alla peggio, andatevi a rileggere i pezzi “vecchi” che sono sempre attuali.
Ora, my friends, il tempo è tiranno, lo spazio è poco, la vita è breve e il portafogli è più sgonfio che mai, deduco quindi che è il momento di darci un saluto ma, se proprio insistete, la prossima volta mi dilungherò di più con brani relativi ad alcuni dei miei argomenti preferiti, come per esempio l’amore tantrico, il risveglio del Kundalini, lo spiritual market, il feffo magico e l’uomo oggetto.
Coccabella, sei in linea?
E, per finire, ma per davvero, non siate troppo critici e severi nei vostri giudizi verso di me: c’è in giro di peggio ovunque, sui giornali, al cinema, a teatro, in ufficio, in strada o dove volete voi.

 

2

È un pomeriggio come tanti, in sede, più moscio della mia kundalini e non si vede un’anima da salvare in giro, a parte quella del grande e generosissimo collaboratore Paolo Razza, che ordina gli oli essenziali a nome mio e poi li offre alla Cioci a nome suo.
Ed ecco che, quando ormai tutto sembra perduto come un portafogli smarrito, entra da noi una ragazza bionda, snella, slanciata, munita di poster e volantini, i quali promuovono uno speciale e mistico meeting.
La ragazza ci schiaffa sul banco della segreteria un pacchetto di volantini, poi ci chiede se può attaccare in bacheca il suo poster. Faccio appena in tempo a dirle che cercherò di sistemarglielo poi io, che lei neanche mi ascolta, si è già girata verso la bacheca per appenderlo, voltandoci la schiena e il fondo schiena.
Io resto a boccaperta dalla sorpresa per l’audacia, il mio prode e incorruttibile collaboratore Paolo Razza rimane un profonda ed estatica contemplazione, applicando la ben nota tecnica yoga dello sguardo fisso. Ma l’esercizio di meditazione dura poco. In dieci secondi l’addestrata ragazza ha già appiccicato il suo foglione, ci dice di partecipare anche noi al suo meeting perché ci sarà una grande e benefica energia ed alcuni ospiti internazionali famosi (basta che non siano fumosi): Praciucca Singh, Big Moses Panzananda, Yamuna Lotira, Losiento Mucho e la speciale Star della serata: Ruth Eller.
E tutto questo, tutti questi, per la modica somma di settemila lirette: l’illuminazione, o perlomeno lo sgombero mentale dalle paranoie psichico parassitarie é assicurata.
Poi ci rivolta le spalle, saluta e se ne va. Altro esercizio di concentrazione per P.R. e fine della sua Missione.
Noi ci guardiamo in faccia, e forse vorremmo assumerla come segretaria ma in cassa non c’è una lira e non possiamo. Non rimane che leggere il poster e il volantino, i quali ci informano che in quella tale data ricorre il Wesak, una ricorrenza esoterica riscoperta da alcuni anni e  da allora in auge (ogni Movimento che si rispetti ha le sue festività e le sue ricorrenze), quindi ci sarà un meraviglioso e festoso programma tenuto presso il Goa, che è una sorta di locale attualmente “in” a metà strada tra il piano bar e la discoteca alternativa ed, è quindi, ovviamente adatto in particolar modo alla celebrazione di cui sopra. Si raccomanda di portare con sé un fiore in mano e almeno un capo di vestiario bianco. P.R. è preso da un’ondata di incontenibile spiritualità e vuole andare a tutti i costi: non ha capi di abbigliamento bianchi (lui è un po’ dark), ma almeno un paio di mutande bianche si. Qualcosa é cambiato. Per tutto il resto della sera, con lo sguardo spiritato e la testa chissà dove, il caro P.R. saltellerà di qua e di là per la sede come un tarantolato, salmodiando la magica parola: “GO-A... GO-A... GO-A!!!” e cantando “c’ho un fiorellino in mano”.
La biondina ha fatto goal.

 

3

Stiamo tutti cercando qualcosa, anche se non si sa mai bene cosa: se ne ha solo una vaga e incostante percezione. Che questo qualcosa sia la pace, l’amore, la salute, la tranquillità, il benessere, l’equilibrio, poco importa; che si tratti di yoga, di new age, di old age, di schiuma da barba extrasoft non c’interessa. Quel che è, è, basta che ci faccia stare bene.
Ecco perché si gira, si gira e si sbaglia la mira. Ecco perché i medium e i fachiri prosperano, i centri specializzati aumentano, le riviste crescono, i libri e i librai esoterici pure.
Se almeno si capisse che cosa fare, che cosa è giusto fare e, soprattutto, se almeno si facesse!
C’è chi dice “va di qua” e chi dice “va di là”. C’è chi afferma “scendi su!” e c’è chi informa “sali giù!”
Ma, se tutti dicono che tutti gli altri sbagliano, chi ha ragione?
Andate in un qualsiasi centro, e lì vi dicono che per non avere più bisogno di nulla e di nessuno (tranne che di loro), per capire tutto di voi stessi e della vita, dei valori delle cose e di come il denaro non conti nulla per cui potete pure darlo a loro, dovete ripetere 18.742 volte al giorno il Sacro Mantra “Ram Ram Bereram”.
Poi, non convinti della soluzione prospettata, andate in un altro centro rivale dove, dopo avervi messo in guardia dagli altri e quindi in guardina presso loro stessi, vi riveleranno che il Sacro Mantrone per questa decade è, in realtà, il Grande Mantra “Cagò O’ Rincakò”, rivelato già secoli or sono perfino nelle famose quartine di Nostradamus: c’è, basta saperlo trovare, leggere ed interpretare. E, vi avvertiranno, attenzione, non andate più in quell’altro centro e neppure nell’altro, perché tutti sotto mentite spoglie bianche praticano, in realtà, la magia nera e fanno riti satanici. Peccato, però, che dimentichino di dire che per la chiesa cattolica siamo tutti dei satanisti, chi più chi meno, e una pesante enciclica in arrivo ci punirà. Attenti che non vi cada in testa, potreste perderla. Però, se poi farete i bravi, nel prezzo per voi praticato sono previsti dei bonus speciali: l’oroscopo personalizzato, anche di coppia, pure se sono dieci anni che siete scoppiato, accannato e chiuso come un’ostrica solitaria e, udite udite, il rito karmico per leggere le vostre vite passate. Queste sono cose che tirano da matti: se non sappiamo chi siamo adesso, possiamo sempre consolarci sapendo chi eravamo ieri o l’altro ieri. Mah, io non so: a me non importa granché scoprire che qualche vita fa sono stato il grande capo indiano Aquila Sgarrupata o il famoso santone shivaita Swami Ciucciananda: a che mai potrebbe servirmi, ora? Io sto tribolando qui, adesso, che vuoi che m’importi di sapere quanto ho tribolato ieri e come? Credo che potrei andare definitivamente in crisi e non riprovarci più ad uscirne. Il peso di una sola vita mi basta, che devo farmene delle altre 846 passate e trascorse, magari pure malamente? Se non me le ricordo, ci sarà almeno una ragione. Servisse almeno a qualche cosa, rivedere come in un film tutti i propri errori. Ho degli amici che sono in analisi da vent’anni, che sanno tutto di quando il padre li usava come stracci per pulirsi le scarpe e di quando la madre li lanciava giù dal primo piano perché piangevano, eppure sono sempre là, sempre uguali, tristi e nevrotici, nonché finanziariamente più poveri. Sanno il perché e il percome della loro infanzia e perfino della loro vita intrauterina se hanno fatto qualche test di regressione guidata, ma sono talmente ossessionati da quegli orrori da sentirsi ancora più avviliti. Conoscono la causa, ma non il rimedio. Uno di loro una volta, disperato, andò dal suo psicanalista chiedendogli un qualche rimedio per evitare che egli continuasse a cacciare le mosche e poi mangiarsele, sgradevole e asociale abitudine che coltivava fin dai nove anni, e che mai era riuscito ad abbandonare. In quel momento il suo terapista, preso alla sprovvista e senza preavviso,  stava sgranocchiandosi una vespa. “E che ne so io come posso farla smettere? Le mosche non sono la mia specialità, io sono un esperto di vespe da sessant’anni!”
Eppure io, in tutta questa storia delle regressioni alle proprie vite anteriori non ci vedo chiaro, e lo voglio dire chiaramente, una volta per tutte. E so che sembrerà assurdo e ridicolo, ma il dubbio m’è venuto dopo aver sentito le confessioni di svariate mie amiche che mi hanno confidato le loro passate vite.
Sotto l’accorta guida di un’esperta consulente ognuna di loro ha potuto nitidamente vedere cos’ha combinato altrove in un altro momento.
Così, mercé loro, ho potuto sapere che una di esse era un’esperta geisha giapponese, la più richiesta del paese. Un’altra era una famosa e ricercata cortigiana del settecento, i suoi favori erano richiestissimi e ben pagati. Un’altra ancora era stata ungherese e poi messicana, in due diverse vite: in entrambe, faceva la squillo d’alto bordello, pardon, d’alto bordo e aveva fatto una finaccia, sventrata da un suo cliente un po’ sadico nonché fantasioso.
Infine, mi ricordo di quella che, sempre in fase di regressione, s’era ricordata di essere stata all’epoca una specie di sacerdotessa atzeca che si concedeva ai sacerdoti nel tempio e ai ricchi officianti. Peccato poi che anche questa abbia fatto una brutta fine, immolata come sacrificio alle irose divinità.
Ripenso a tutto questo, e rimango francamente assai perplesso.
Io non ci credo, non riesco a credere, non posso crederci.
Però, se poi fosse tutto vero?
Possibile mai che tutte queste fossero state pignotte davvero e che tutte quante fossero state destinate a me?
Ma allora, io che facevo nelle altre vite?
Quale esoterico insegnamento dovrei dedurre da ciò, se é vero che tutti prima o poi ci si rincontra e che niente avviene mai per caso?
Meditiamo gente, meditiamo.

 

4

Le cose più belle iniziano sempre per caso, sia perché non te le aspetti, sia perché quelle che ti aspetti non avvengono mai.
Tutto cominciò quando quella fanciulla, dietro consiglio di una parente, mi chiamò chiedendomi informazioni con un simpatico accento campagnolo. Credevo che avesse preso lezioni di lingua italiana direttamente da De Mita, ma era soltanto nativa di Colleferro, anzi, Golleferru, per mantenere fede allo spirito del luogo.
Essa voleva informazioni sulla meditazione buddista e, quindi, sul Buddismo, perciò volle parlare direttamente con me.
Chissà perché, molti confondono il buddismo con lo yoga e ritengono che se lo insegni devi per forza saperne qualcosa, di tutto, di più. Io so solo che Buddha coniò il buddismo per aver fallito nello yoga, però non potevo dichiararmi incapace di intendere, di volere e di imbuddire e, in più, sentivo una misteriosa attrazione tantricobuddicoesoterica verso questa ragazza aspirante (ero io che volevo farmi aspirare e che mi sentivo tirato) e allora, in nome dell’Amore, da quello zoroastriano a quello apostolico, le rivelai che io ero in realtà un vero Panzudda, cioè un erede del Buddha, e lei andò in estasi (a volte basta così poco: chi vuol provare?).
Dopo un po’ di tempo però, siccome le mie virtù budiniche scarseggiavano, e l’unica cosa di accostabile tra me e Buddha era la circonferenza, dovetti per forza capitolare, ma lei aveva più sete di nirvana che mai: che fare? Proprio il nirvana,  che non avevo mai avuto, doveva venirmi a chiedere? Per fortuna, avevo un’amica che navigava nel buddismo da anni, dirigeva persino un centro, anche se un po’ casalingo.
Allora, ormai rassegnato e triste come un tifoso romanista dopo la finale di coppa dei campioni del 1984, le confessai: “C’è una mia cara amica, che è una vera esperta. Lei é una grande buddana e di Buddha ed i suoi insegnamenti sa proprio tutto”. Lei andò.
Oggi sono tutte e due innirvanate, l’una dell’altra, e col Buddha fanno una vera e propria trinità. Beato lui, che ce le ha tutte e due e se le gode.
Esse sono talmente imbudinite da aver coniugato le loro vite.
Vivono insieme, meditano insieme, mantreggiano insieme, si sbuddanano insieme. Credo che facciano anche qualche altra cosa, insieme.
Io, invece, mi sono dato alla pratica dello zen solitario.

 

5

Ho promesso gloria, onori e denari al prode scudiero Paolo Razza, affinché egli risponda al telefono in mia vece, poiché io sono ormai stanco sfibrato da non poterne più, e i più affezionati tra i miei lettori lo sanno bene. Perché al telefono può capitarti di tutto, da quello che ti chiede via cavo il punto da massaggiarsi per alleviare l’incontinenza urinaria a quello che vuole sapere come si fa a rimorchiare la cugina del collega. Ecchenesò, l’avessi saputo io a suo tempo.....
In particolare, ed è sempre più ricorrente, poiché giorno dopo giorno vengono coniati nuovi metodi alternativi per ottenere pace, felicità e benessere, nonché ori ed onori, molte persone incuriosite chiamano noi per saperne qualcosa, ma nonostante la buona volontà, che vi assicuro esserci, è impossibile rimanere aggiornatissimi su tutto e sono sempre di più le cose che sfuggono. Parafrasando il ragazzo della via Gluck, che quando tornò gli venne un colpo perché non aveva più posto per costruirsi la villa (non gliel’avevano lasciato), là dove c’era un filo d’erba ora c’è una città ed anche peggio. Nel mio caso, prima c’erano lo yoga, lo zen e lo spiritismo, adesso quella è roba buona per i palati consunti dei miei nonni da tempo defunti. Io vorrei capire di più, anche per rispondere a coloro che mi chiedono dettagli e spiegazioni, ma sempre più spesso faccio la figura dell’ignorante e mi vergogno di gestire un centro ed una casa editrice. Ecco perché, ancora più spesso, dico a me stesso: “Muoia Paolo Razza con tutti i filistei e i loro piagnistei”. Certo, molti mi inviano le loro brochure, i loro depliant, ma non ci capisco un’acca lo stesso, e dire che l’immaginazione non mi manca.
Spulcio tra i chili di depliant che mi arrivano ormai quasi quotidianamente e riferisco, a caso, alcuni esempi. E, per favore, se voi ne sapete o ci capite qualcosa, scrivetemi e spiegatemi (ma non telefonatemi).

Vedo qui un invito per una mostra di pittura del maestro Stefano Mayorca (il nome mi accomuna a lui e me lo rende già umanamente simpatico), che si dichiara pittore, scultore, illustratore, scrittore, giornalista, fumettista ed ha ideato la pittura cosmico-magnetica. Che sarà? Purtroppo, non ci viene spiegato. Rimango incuriosito ed intimorito.
Raccolgo dal pacco di volantini un altro articolo (sempre a caso).
Il depliant mi spiega: “L’Osho Shamanic Reiki è unaforma di autoguarigione che apre il tuo cuore all'amore universale. Sin dalla prima iniziazione sentirai nel tuo cuore gentilezza, pace e amore”.
Dico io, pensa che mai proverò quando sarò arrivato alla sedicesima.
“L'Osho Shamanic Reiki è un metodo che nasce dalla sintesi delle meditazioni del maestro illuminato Osho con i metodi di guarigione shamanica ed il Reiki”.
Ecco, rifletto, siamo al classico metodo nato dalla fusione di più elementi, quello che in farmaceutica é definito un “prodotto di sintesi”. Però, riconosciamolo, in questo caso c’è stata la franchezza e l’onestà di dirlo fin da principio. Siccome questa è una cosa che quasi nessuno fa o ammette mai, va elogiata e sottolineata e aggiungo, pure, che andrebbe presa ad esempio da molti, i quali non citano mai le fonti e si atteggiano loro stessi a fonte e fontana.
Il conduttore di questa attraente attività si definisce psicologo,  psicoterapeuta esistenziale, antropologo sophianalista. Segue una dettagliatissima raccolta di maestri da lui personalmente conosciuti, corsi seguiti, iniziazioni avute “direttamente da”, attestati, diplomi e titoli conseguiti. Quanto alle tradizioni da lui studiate e seguite, cita con dovizia di dettagli riferimenti che spaziano da Osho a Yogananda (praticamente, due strade molto affini), dalla scuola vedica a quella taoista, da quella essena a quella tolteca, e poi quella sufica. La lista è lunga, c’è quasi tutto, mancano poche altre cose: le esperienze non fatte risultano essere davvero inconsistenti. Con questo elenco di percorso svolto, se uno non è arrivato a essere Dio, come minimo dovrebbe essere riconosciuto al grado di Gesù.

 

Prendo poi un’altra pubblicità, che mi presenta “L'ONTOPSICOLOGIA: ULTIMA FRONTIERA DELLA PSICOLOGIA CONTEMPORANEA”.
La brochure mi spiega che trattasi di un “movimento di pensiero razionale-umanistico, fondato dall’accademico prof. A. Meneghetti (il nome non mi è nuovo: forse l’ho intravisto tempo fa sulle notizie di cronaca di qualche quotidiano, ma non è il caso di approfondire in merito a cosa), con risvolto psicologico-pratico: è la psicologia dell'essere in funzionalità umana, raggiunta attraverso la attivazione della intelligenza creativa”.
Vado oltre, sorvolo l’elenco dei numerosi apprezzamenti mondiali e degli imponenti risultati ottenuti e riconosciuti nei vari continenti e leggo che questo é un “metodo innovativo basato su tre scoperte scientifiche, insignite dal riconoscimento internazionale: esso consiste nella individuazione ed applicazione del principio che motiva l'uomo in affermazione storica e metafisica, seguendo la logica che la natura stessa usa nei rapporti relativi ad ogni essere umano. Comprende analisi sinora non previste e non affrontate, ma che si sono rivelate determinanti per la risoluzione di problematiche (fisiche e psicologiche) e soprattutto per la riuscita vincente del soggetto in ogni situazione”.
Strumenti operativi del sensazionale metodo: “psicoterapia individuale e di gruppo, immagogia, cinelogia, psicotea, melolistica, idromusica solare”.
Rimango impressionato dagli effetti di questa conoscenza e dalla chiarezza con la quale mi si descrive nei termini.

 

Io mi domando, innanzitutto, senza assolutamente voler entrare in merito alla serietà, alla validità e all’efficacia di tutti questi ed altri metodi consimilari, che non conosco e che quindi non posso contestare né dissentire, benché sui quali potrei scrivere un dizionario, come possono mai orientarsi le persone comuni in questa selva di informazioni che presentano metodi infallibili e riconosciuti più o meno ovunque. Come fanno a scegliere, come fanno a comprendere, come possono informarsi a priori, visto che ognuno dichiara la sua verità e spiega solo quella, e non conosce o non riconosce le altre, che saranno sicuramente per lui meno vere ed autentiche. Come si può rimediare?
Non lo so, ma io non intendo starmene con le mani in mano o, peggio ancora, sulle mie parti intime (sporche e peccatrici) a lambiccarmi ulteriormente il cervello nell’inutile tentativo di capire. Perché non posso capire veramente gli altri, ma posso comprendere quello che ho in mente io, e fare a mia volta i miei depliant pubblicitari esplicativi.
Ed ecco perché, per non essere da meno, io, Stefananda, Paraguru della Nuova Era e delle ultime Generazioni ignote e incomprensibili ai pedagogisti moderni (x, j, k, h, y, ecc.), ho coniato delle nuove teorie disciplinatamente psicosolarterapeutiche, ovvero: la perologia iniziatica e la bananosophia, nonché l’albicocca alchemica al cointreau. Questo per i primi livelli iniziatici nella scala gerarchica prevista dall’Ordine mistico da me creato e registrato (Ó).
Seguono, poi, per i livelli più avanzati, la teobromina dissoluta, il sidromassaggio per le ascelle e per le parti intime (ma se non l’avesse spuntata la dottrina cattolica a suo tempo, non sarebbero state poi così intime), la cogitologia egittologica, nonché l’intruppoterapia babilonese.

E se tutto ciò non fosse chiaro e comprensibile, non è certo colpa mia, ma vostra, che siete evidentemente esseri non evoluti e con la kundalini mortaddormentata. Ma io, se volete, posso risvegliarvela. Posso aiutarvi ad evolvere e a comprendere. I miei metodi sono conosciuti e insegnati anche nel quartiere ebraico di Roma, nel campo dei profughi albanesi ciociari  e nell’accampamento nomade di Tor Bella Nona, perciò affermo che sono internazionali ed apprezzati ovunque, anche da eminenti personalità estere.
Nonostante queste mie originali innovazioni, però, sono abbastanza  esperto e navigato da capire che c’è troppa concorrenza in giro e c’è perfino chi ha più fantasia e paraculaggine di me, per cui non vedo molta strada di fronte a me.
Non mi rimane che sperare che Franco Battiato mi consulti per i suoi prossimi testi canori e mi conceda un po’ di royalties.

 

6

Non sembra esserci pace nell’epoca smagliante della Nuova Era, ribattezzata burlescamente da qualcuno l’Età dello Sciacquone.
No, pace non ce n’è, che la rogna sia con te?!?
Per sostenersi in piedi, e bene, si prova di tutto, per arrivare al TUTTO o parte di esso (da bravi tantroni doc): soldi, gioielli, vestiti, bel lavoro, buona posizione sociale, amanti ricchi, ben dotati e viagrizzati.
Gente tosta e fica, insomma, mica come quel povero disgraziato di Stefananda che se la piange addosso ogni giorno e ci si annega pure dentro. Ma la manina resta libera e quella sì, ancora scrive, e ve le canta bene, anche se poi vi incazzate come tori..... Ma, come dice Roberto Battestini (chi è? Un Grande, vi basti questo!!!), “se il mondo va male la colpa non è mia”.
E siccome la colpa non è mai di nessuno, se Roma è ormai tutta ’na buca perché tanto sotto la strada non c’è mica il pieno e poi dobbiamo prepararci spiritualmente al 2000 per noi e per i nostri figli che verranno (ma quali, se qua non nasce quasi più nessuno e ci siamo in gran parte psichicamente sterilizzati), allora - giustamente - invece di prendercela con qualcuno che non c’è, e che se c’è non sai mai dov’è, è cosa buona e giusta, come direbbe con aria spiritata il mio amico Pretino Vencone, cercare altrove quel che si vuole.
Cosa? Molti non lo sanno, cosa. I più dotati di senso pratico rispondono, solitamente, la pace dei sensi, dell’animo e del portafoglio.
E così inizia il viaggio, una ricerca esistenzialmonetaria nei confronti della quale Proust apparirebbe oggi una giovane marmotta, uno scout d’altri tempi.
Perciò, my old friends, andate dal noto maestro di Reiki, Marino Membrilloni, supplicandolo di spianarvi i canali (energetici) perché lì l’energia più non scorre e quello, da bravo stappacanali, ce la mette tutta. Pagate salata la sua manutenzione idraulicoenergetica e poi ve ne andate scontenti un cerca di un’altra iniziazione superiore e, possibilmente, più cara ancora. Giungete così dalla Grande Sacerdotessa del Sacro Cristallo Universale, e perciò detta la Cristallessa, Puffi Quarzetta, facendovi scontare da lei dopo lunga e dura trattativa il rarissimo ametistone con la punta appuntita il quale, vi viene garantito, portandolo sempre in tasca, perfino sotto la doccia (?!?) vi renderà sani, forti, felici e potenti sessualmente (altro che Bill Clitor), facendo fallire tutti i programmi salutistici della Lambertucci.
Ve ne tornate a casa felici, almeno per quella sera grazie all’innovativa novità così incredibilmente a portata di mano (toccate, toccate pure l’ametistone, ma attenti alla punta!), poi succede che quel magico cristallone terapeutico, che avrebbe dovuto proteggervi da ogni disgrazia e malattia tenendolo indosso, vi scivola di tasca bucandovi mortalmente un piede.
Provate allora con 200 (duecento) mantra diversi: mantra indiani, mantra coreani, mantra altromondiani, mantra afrodisiaci cinesi.
La prossima tappa per voi è già scontata: andrete dal famosissimo Maestro cinese di Taoismo, Fang Kul Lo, il quale, dopo avervi fatto le solite esoteriche (e conosciute ai più da trent’anni) confidenze sull’ “Enelghìa Ching & Chang” che tutto pervade, sgranando gli occhietti un po’ mandorletti vi rivelerà ’sta grande novità: ”L’UOMO E’ GLANDE !!!”
Ma io ho sempre sostenuto e gridato con forza, e con tutto me stesso, che l’uomo è, in definitiva, un glande, e non c’è bisogno di essere maestri di arti cinesi per rendersene conto. Chiamate, piuttosto, un maestro di fisiognomica e vedrete che egli, basandosi sulla forma della vostra testa, ve lo confermerà.
A forza di pensarlo mi son fatto venire anch’io gli occhi a mandorla, ma nessuno m’ha mai dato retta. Piuttosto, vengo perseguitato con l’accusa di essere uno sfascista. Ma allora, mi dico, perseguitano proprio tutti, fascisti e sfascisti, facendo così un gran calderone. La vita è una persecuzione continua, un vero tormento. Qualunque cosa farai o dirai, qualcuno ti sarà sempre contro. Mai niente andrà bene per tutti e le uniche cosa ben accette ai più sembrano essere il conformismo e il consumismo. Sono le cose che, essendo le più diffuse e praticate ovunque, si criticano assai di meno. Tutto il resto, si può condannare e bruciare. Inclusi gli sfascisti.
Sfasciatevi la testa fra di voi. Voi sì che sapete essere davvero glandi. E scusate s’è poco.

 

7

Si fa un gran parlare, ormai da alcuni anni, di essere e di sentirsi rappresentati, di farsi riconoscere come “categorie ufficiali”, tutti noi che ci occupiamo del mondo dell’insolito, dallo yoga al reiki, dagli UFO ai tarocchi, dalla pranoterapia alla sciroccoterapia. Noi, ufficialmente, non esistiamo, quindi io sono un fantasma, e se giro di notte potrei spaventare qualcuna, che mi accuserebbe senz’altro di molestie sessuali. Ma da quand’è che i fantasmi molestano sessualmente qualcuno?
Per lo stato, noi fantasmi non esistiamo, però stiamo cominciando a rappresentare un movimento di matti sempre più grande e imponente, quelli che ormai a votare non ci vanno quasi più perché si sono rotti assai i coglioni, e non sta bene ignorarci così, oltretutto produciamo quasi tutto lavoro sommerso, e perdipiù non assoggettabile a tangenti (bel guaio, eh?). Qualcuno sta cominciando ad accorgersene, e giustamente si preoccupa (per lui). Accade sempre più spesso che qualche politico o aspirante politico si faccia avanti per proporsi come garante di questo vasto settore di matti scalmanati che pregano, dirigono energie, curano con lo sguardo, insegnano l’amore universale, vedono entità e si scazzano continuamente tra di loro per decretare che tutti gli altri sono fanfaroni mentre ognuno di loro ha in mano la verità assoluta (ma lo so io che c’avete in mano, altro che chiave).
Sempre più di frequente qualche originale ed ispirato (da chi? da che?) politico si sveglia al mattino - mentre io grazie a lui mi sveglio di notte con gli incubi e sudando freddo, pensando a cosa mi verrà chiesto di fare domattina e sempre, è ovvio, per il mio bene e per quello pubblico/sociale - e riflette che bisogna fare qualcosa, che non si possono lasciare nascosti nell’ombra tutti ’sti soggetti strani, che qualcuno a loro dovrà pur pensare. Fa ridere - o piangere - se si pensa che per secoli siamo stati inquisiti, bruciati, dannati, abiurati, cacciati, rinchiusi e derisi e che ora qualcuno completamente al di fuori vuole farci in qualche maniera “riconoscere” ufficializzandoci con qualche nuovo albo professionale. Forse è che i tempi stanno cambiando davvero, la gente è più pazza ed imprevedibile, o forse più stanca e insofferente di allora, e perfino chi ha tenuto in mano il potere per decenni sa che adesso una misera scureggetta del tempo può drasticamente cambiare le cose, che il potere di oggi può prepararsi da solo la fossa per domani. Diventa sempre più difficile, per tutti, capire cosa si deve fare e non sempre quando le cose precipitano possiamo gridare al complotto e prendercela con Monica Pompinski.
D’altro canto, coloro che ormai sono saldi da anni nel settore e nel business alternativo, si preoccupano, e neanche poco. Nessuno lo dice o lo ammette, ma finché non sei riconosciuto da nessuna autorità, finché non ci sono regole, ognuno fa quel che cazzo più gli pare, e nessuno può dirgli niente. La situazione attuale fa comodo, e mentre tutti si lamentano per non essere stati “riconosciuti”, ognuno tra sé pensa che questa è la soluzione migliore. Perché così siamo tutti liberi di alzarci il lunedì mattina e di decidere che siamo dei grandi guru tantrici, che Gesù ci è apparso in sogno ed ha deciso di reincarnarsi in noi, che la nostra miscela di polvere, urina e cannella riesce a curare tutte le malattie (tranne la paraculaggine di chi se l’inventa), che siamo eminenti “professori” all’estero perché abbiamo frequentato dieci università californiane ed abbiamo altrettante lauree specializzate in esoterismo e naturopatia, anche se poi ce le ha stampate il tipografo sotto casa dietro congruo compenso. Così va il mondo, e i più gli vanno dietro.
Però, nel momento in cui dovesse esserci una sorta di regolamentazione, è evidente che le cose si complicheranno un po’ per gli addetti ai lavori.
D’altronde, altro lieve problema, chi fosse deputato ad emettere leggi e regole in merito, che ne sa di come funziona il settore, in base a cosa  potrà valutare e decidere per il meglio? Se un metalmeccanico può diventare ministro della sanità, perché un ragioniere non può diventare rappresentante del mondo olistico-esoterico-alternativo-naturopaticopsicotico-reikione?
Ed ecco, allora, che dal settore stesso si fa avanti qualcuno il quale, vantando una presunta superiorità nonché maggiore esperienza di tutti, si propone caldamente e, sic, imparzialmente, per essere riconosciuto in via ufficiale lui e la sua scuola solamente, alla faccia di tutti gli altri (“e chi li conosce ’sti mentecatti? Io so’ per l’amore assoluto, sì, ma verso me stesso!“)
Amico mio, io ti capisco come nessuno, tu vuoi le mie chiappe, ma temo che dovrai prenderti qualche altra cosa, se può piacerti, a te o a tua moglie.
Ed ecco perché capita, bene o male, ogni quattro/cinque anni (quando l’apparato di potere preposto non crolla prima), si affaccia qualcuno del settore alternativo che, anziché buttarsi disotto, decide di buttarsi  in politica, sperando di poter essere eletto sindaco o quanto meno consigliere, se non senatore o deputato. Questa è la ragione per cui, come già accaduto altre volte in questo genere di gloriose occasioni che sono le elezioni (amministrative o politiche, ci si prova sempre perché non si sa mai), fatte apposta per tentare di emergere, qualcuno si candida (ma non era un virus?) e mi manda un tipo che mi chiede di distribuire i suoi depliant incitanti alla  votazione, facendomi capire più o meno esplicitamente che mi conviene collaborare. Anche perché, se a lui va male, ci rimetto, e se gli va bene, mi ci fanno rimettere poi loro. Elementardemocratico, mio caro Catson!
Che dice ’sto depliant?
“VOTATEMI: VALORIZZERÒ IL SETTORE E VI FARO RICONOSCERE”
Io mi guardo allo specchio, ma solo ogni tanto, e se ne ho il coraggio, e già non mi riconosco da me. Chi altri, allora, potrebbe avere il buonsenso di riconoscermi?
Guardo un depliant dell’aspirante uomo politico in  carriera: mai vista ’na facciadicasso simile in vita mia, e vorrei ribadire “e io dovrei convincere i miei corsisti a votare per ’sto cazzone?!?”, ma non ho la stoffa né i titoli per litigare e per accendere polemica, lo detesto da sempre. Che si scazzino gli altri, si violentino tra di loro. Io mi arrendo, e incasso i depliant.
Ma poi, di notte, non ci dormo e penso sempre alle cose che più mi fanno soffrire: il sesso, l’oppressione sociopolitica, il sesso, la società consumistica e quella sòlomistica, il sesso, gli anni che passano senza scampo nè mazzancolle, il sesso, non c’ho più fede, il sesso, non c’ho più ’na lira, il sesso, voglio morire santificato, il sesso, ed ora, votate per me - è meglio il sesso!
Ed è allora che c’ho una brillante idea (ormai brillo solo di quelle, se non bevo): prendo i depliant, faccio un pacchetto e lo invio alla sezione di AN, scegliendone una tra le più agguerrite. Come mittente, metto su un vecchio amico militante e convinto, che spero poi venga adeguatamente bananizzato dai suoi camerati che, si sa, spesso sono un po’ battaglieri e assai incazzosetti.
Poi prendo una foto, l’attacco in bacheca all’ingresso dell’ISU e ci scrivo sotto a caratteri cubitali: “VOTATE PAOLO RAZZA”.
Posso tornare a dormire - o a non dormire, ripensando ai soliti tormentoni dell’animo, meno  uno che ho appena assolto. Così sia.
E spero che almeno, se gli andrà bene, non sia poi così ingrato come tutti, che si ricordi di pagarmi almeno una Coca Cola.

 

 

8

Da alcuni anni, ovunque mi giro, vedo tanta pubblicità NEW AGE (e allora mi gira anche il resto): auto Renault NEW AGE (e dire che sono un renaultista da sempre, Mondo Cassarino), vino NEW AGE, birra NEW AGE, elettrodomestici NEW AGE, giornali NEW AGE, improbabili monaci che gridano al mondo intero OOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMM, poi bellissime e snelle ragazze-modello che dovrebbero spingerci ad acquistare questo o quel prodotto per averle o per assomigliarle.
E, sopra ogni messaggio, sopra tutte, Lei.
Lei, l’Esotica, la Mitica Kaori, l’incontro proibito tra Oriente e Occidente, tra la bellezza assoluta e un tocco di formaggio.
Kaori mangia solo cose sane. Kaori ama formaggio bianco, buono e appetitoso. Kaori si mette a testa in giù e trova che il paesaggio visto da quell’angolazione sia molto simile al suo formaggio preferito. Kaori, ogni tanto, vorrebbe anche un uomo, ma lei preferisce il formaggio. Kaori ama la vita sana. Kaori gusta solo formaggio SKIFOSAN. Kaori a testa in giù. Kaori è bella. Kaori è buona. Kaori è brava. Tutto merito del suo formaggio.
Kaoni, hai rotto le palle.

 

 

9

Tutti, ma dico TUTTI, dobbiamo fare i conti col denaro. E nonostante gli altisonanti discorsi ed ideali sbandierati al vento e al mondo, tutti dobbiamo venderci, e vendere la nostra arte. Siete un ardente devoto di Krishna che cantate e mantrate le Sue lodi dalla mattina alla sera? Dovete comunque andare in giro a raccogliere la vostra questua, offrendo in vendita un libro o un incensino, sennò il tempio si sgretola o se lo comprano i membri della Soka Gakkai o di Scientology, che qualche lira, pare, ce l’hanno.
Siete un valente e yoghesca direttrice di un centro yoga? Amate talmente l’India da vestirvi con il sari, profumarvi d’incenso, truccarvi da indiana e creare un ambiente (versione “ricca” non popolare!) d’ispirazione indiana? Dovrete comunque profondervi in un usignolesco OOOOOMMMMMMMMM e inchinarvi (rigorosamente all’indiana) alle vostre allieve che vengono a portarvi la vostra retta mensile, sennò chiudete e non mangiate.
Siete un povero Stefananda disgraziato e disgregato che volete scrivere, pubblicare, organizzare megacorsi, vacanze tantricoalternative al mare?
Dovete trovare qualcuno che s’impietosisca di voi, della vostra patetica demenza ideologica e che compri un vostro libro, o si iscriva a un vostro corso.
Ma, di qua o di là, non c’è scampolo di salvezza, non si sfugge.
Per continuare a fare quello che si vorrebbe e per non passare direttamente alla prossima incarnazione per fame, si deve proporre e vendere qualcosa a un pubblico, che a volte c’è, e a volte non c’è.
Non è poetico e non sembra assai spiritualistico, ma è così che s-funziona.
Provate ad andare dal fornaio con due poesiole scritte da voi in cambio di un etto di pane, e vi sfanculerà in tre secondi. Provate a parlarne con la vostra padrona di casa, mostrando un aria un po’ triste e depressa per le cose che non vi vanno più tanto bene ed avete difficoltà ad elargirle l’affitto, e tre giorni dopo il suo avvocato vi manderà la prima lettera di sollecito di pagamento.
Perché qui sta il trucco: quando dovete pagarli, tutti vi sollecitano. Quando dovrebbero essere loro a pagarvi, sono andati un attimo a controllare in banca perché sono scoperti. Le chiappe, c’hanno scoperte, perché somigliano tanto al loro viso.
In tutto questo, dov’è l’ideale, dov’è la poesia, che cosa ne rimane?
Prima ancora di cominciare a giocare, hai già perduto.
I più furbi si sono attrezzati e, per non avere di questi problemi, hanno tirato su un’industria bene organizzata, dove l’utenza e la lira non mancano, perché tutti li pagano (prima) e poi forse ricevono (dopo, molto dopo). Pagano gli operatori e pagano i clienti, e a tutti si vende qualcosa.
Non si vede ancora bene la Nuova Era, ma si capisce che, dovunque e comunque ti muovi, sono sempre quei pezzi di carta stampata, brutti e sporchi, che smuovono idee, azioni ed emozioni: i soldi. E più sono tanti, più siamo contenti.

C’è un mondo, da qualche parte, dove non si compra e non si vende, e soprattutto dove non ci si svende.
C’è un mondo, o un posto, da qualche parte......
Dov’è ?!?!?

 

10

Non saprei dirvi se, costituzionalmente, solitari si nasce o lo si diventa, ma poi all’atto pratico non è che cambi granché, né che a qualcuno gliene freghi qualcosa.
Vi frega soltanto se siete voi stessi interessati in prima persona e, ovviamente, io lo ero.
Le cronache riferiscono che non gradissi particolarmente frequentare “gli altri”.
Non mi piaceva frequentare le persone “normali” (e se mi fosse piaciuto ho dei forti dubbi che ora starei qui a scriverne e, tutto sommato, avrei sicuramente fatto altre scelte) e, le rare volte che ci provavo, ero talmente evidente che fossi così “out”, che per lunghi periodi per riprendermi dovevo starmene in ritiro solitario.
Di tanto in tanto, seriamente, credevo che fossi stato predisposto per la vita monacale.
Ma i fatti successivi non hanno suffragato questa mia tesi.  
Ci fu un errore di valutazione, da parte mia.
Non amavo granché  nemmeno le persone dell’ambiente “alternativo” e non le frequentavo, tranne rari casi. Questo perché, se avete presente un enorme merdaio, potrete farvene idea e ragione voi stessi.   Ma ho già abbastanza nemici e non voglio dilungarmi oltre nè infierire.
Se cercate un colpevole, un infedele, un fuorirotta, prendetevela pure con me, infangate pure il mio nome, solo quel poveraccio di mio padre se ne avrà a male.
Sì, erano poche le persone che io frequentavo e tra queste c’era lei,  Santa Bonazzona.
Facevamo yoga insieme e ci vedevamo anche al di fuori del circuito yoghesco.
Lei era una naturista sfegatata e adorava andare a fare  gli esercizi yoga  a Villa Ada o a Villa Pamphili.
Io avevo molto più tempo allora e nemmeno me lo godevo, non m’aspettavo proprio che “il tempo libero” sarebbe stato un giorno, per me, una merce tanto rara da pagare a peso d’oro.
Sì, era bello andare a yogare all’aperto, da solo o con lei.
Lei era abbastanza conosciuta nell’ambiente, ci sguazzava da anni e senza maleodorare, caso più unico che raro.   Da santa, appunto.
Scriveva dei saggi di rinomato valore esoterico, o perlomeno così si diceva.
L’ultimo che aveva scritto aveva un titolo strano, direi poco mistico, suonava più o meno così:  “massaggiami tutta ma con amore”.
Lei me lo aveva regalato, con dedica,  io avevo provato a leggerlo ma non mi sembrava che avesse granché di esoterico, non mi pareva  proprio.
Se Santa aveva qualcosa di esoterico, beh, non starò a dirvi cosa, ma potete immaginarvelo.
Io ero un suo discreto ammiratore, ma ero troppo timido per manifestarle alcunché.
E’ la timidezza una delle mie più grandi fregature: vuoi invitare ad uscire un’allieva e ti vergogni,
vuoi esprimerle una simpatia e magari le mostri il contrario, vuoi farle un complimento e le dici che ha una vaga rassomiglianza con lo straccio che usi per strofinare il pavimento del bagno.... sono un campione di queste gaffes, io,  e se non ho vinto un primato è solo perché non mi sono mai messo in gara, giacché odio le competizioni.
Ma a volte anche le intese e le amicizie più strette s’increspano.
Così, una volta che ero particolarmente amareggiato, poiché mi sembrava che tutti mi si rivolgessero con qualche interesse più o meno esplicito, al punto che mi sentivo spremuto e sfruttato, utilizzato per quel poco che potevo dare, lo confidai a lei, alludendo al fatto che a ’sto mondo pare che tutti ti cerchino solo per ottenere qualcosa, ma poi.....
Ma se non le dicevo niente, era meglio per tutti e due, data la sua risposta.....
“Senti,  adesso ti dirò una cosa: tu non sei bello, sei basso, grassoccio e pure pelato e non c’hai manco ‘na lira...... spiegami io che interesse dovrei avere ad uscire con uno come te....”
Wahe, Santuzza, sono in tanti a lamentarsi di me perché parlo poco e mi esprimo meno, ma se per una volta anch’io dico la mia e questo è il verdetto è meglio che diventi stilita del tutto.
Ti avevo espresso un mio rammarico, non ti avevo mica detto di voler partecipare alla selezione mondiale di Mister Cesso.
E pure di marca scadente.

 

Libera selezione estratta dal volume
“MONDO NEW AGE”,
di Stefananda – Edizioni ISU

 

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