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Da "La via del Reiki "

ovvero come diventare Reikioni

by Stefananda

Cos’è il Reiki?       
Reiki è sentire un particolare movimento di energia nel proprio       

fondoschiena, e non è sempre piacevole...       

Se credete nel Reiki non sono cavoli miei.       
Sono reikazzi vostri.       

 

IL REIKI FUTURIBILE

by Stefananda 96/97

 

 

Nell’Anno Dominireiki 2013 il Reiki così stupefacentemente diffuso che più o meno ormai tutti l’avevano.
Solo Laura Pallerman e pochi altri disperati resistevano.
Preferivano andare avanti con la flebo, che costavano un po' meno.
I Maestri di Reiki erano ormai una flotta e di gente da iniziare ce n’era rimasta ben poca, considerando che anche i neonati già al sesto mese venivano “reikizzati”.
Dunque, eravamo prossimi alla frutta: già molti centri specializzati stavano chiudendo o stavano tentando di convertire l’attività in qualcosa di più redditizio poiché, come ben si sa, si mangia ogni giorno, ogni giorno ci si veste, la macchina per marciare necessita di carburante, per corteggiare la ragazzetta o tenersela stretta qualche liretta in tasca bisogna pur avercela, poi ci sono il mutuo, le spese di condominio, i viaggi, le spese per i figli, eccetera.
Senonché, quando sembrava che non ci fosse più molto da fare, niente più da dire o da scrivere sul Reiki, un “capoccione” di una delle tante grosse organizzazioni che s’erano andate formando in quegli anni, ebbe un giorno una visione in sogno ( o perlomeno così disse): Usui, il fondatore del Reiki, gli si era manifestato con tanto di Sacri Simboli Reiki ( e questo, certamente, garantiva l’autenticità della manifestazione: cioè che era una visione “DOC” ) e gli aveva ordinato di impartire il Reiki a tutti gli esseri viventi e inanimati: non più solamente uomini, donne, vecchi e bambini, sordi, ciechi e storpi, malati più o meno gravi e via dicendo, ma anche agli animali domestici e a tutti gli oggetti riposti in casa.
Il tutto avrebbe, senz’altro, garantito all’intera famiglia prosperità, felicità, salute e vita lunga.
Se poi qualcuno moriva giovane o prima del previsto, come già talvolta era successo, sarebbe senz’altro accaduto perché l’energia Reiki non era stata assorbita bene oppure perché il karma di quella persona (che poi è quello di tutti) era quello di morire, solo un po' prima degli altri.
OK, detto e fatto, tutti i centri Reiki si rimisero in piena attività e il pericolo fu scongiurato: all’inizio fu un po' dura “partire” bene, la gente mica ci credeva tanto alla novità ma poi, come un sassolino che rotolando lungo una discesa innevata diventa sempre più enorme, via via che la cosa prendeva piede, sempre più gente faceva la fila per iniziare le proprie bestiole.
Io ero, naturalmente, un poco perplesso sul tutto - tanto per variare - ma ho sempre avuto un forte senso del dovere, di lealtà e di dedizione verso i miei maestri e verso tutti in genere, comunque sempre mal ripagato o non apprezzato abbastanza.
E quando il dovere chiama, vada come vada, io - lo giuro - mi faccio sempre trovare pronto, in prima linea.
Le telefonate di prenotazione diventavano, di giorno in giorno, sempre più numerose e insistenti: chi voleva Reiki per il cagnolino, che per l’uccellino, chi per il micetto.
Chi voleva reikizzare la lavastoviglie, chi il frigorifero, chi l’estratto conto.
Talvolta, mi capitava di parlare in diretta con qualche pappagallo, pennuti debitamente istruiti, che mi chiedevano le istruzioni per avere l’iniziazione al Reiki: andavo sempre in crisi, temevo non mi capissero e poi, con che cosa avrebbero pagato?
Il nostro Reiki Master era sempre  stato chiaro su questo punto: il Reiki funziona bene, al mille per mille, solo se viene pagato in soldoni, non col mangime, lecca lecca o carrozzine: solo contanti.
E chi ero io per contraddirlo? Io non ero stato nemmeno in grado di fare carriera nel Reiki, non me l’ero mai sentita, ero rimasto fermo al semaforo del secondo livello, ero diventato il più bravo ed efficiente dei gregari, ma lì finiva la questione. Di altro non volevo saperne, avevo conosciuto molti Reiki Master e le loro gesta, non capivo cosa ci avessero di meglio o di speciale o in più, a parte i soldi.
Ma la questione più dura veniva durante il corso: insegnare agli animali e al pentolame non era certo facile e non c’era tempo di frequentare un corso di formazione per questo, poiché la domanda era ormai incontenibile e il modo di aggiornarsi non era stato elaborato.
Inoltre, se gli oggetti se ne stavano fermi, il difficile era tener fermi e zitti gli animali nella sala delle iniziazioni: quelli, di stare zitti, concentrati e ad occhi chiusi non volevano saperne.
E poi la sala era troppo piccola, dovevamo contentarci di bestie e mobili di modeste dimensioni, di più non si poteva fare.
Il Reiki Master, che era un gran furbacchione, s’era rivolto altrove, affittando in capannone dove potessero essere portati, per l’occasione, animali ed oggetti di grande taglia: cavalli, buoi, cucine componibili, e via dicendo.
E così andammo avanti per mesi.
La storia stava cominciando ad essere noiosa come una relazione affettiva di due anni ma, per fortuna, una volta durante un corso, quasi per miracolo, ci capitò di avere di nuovo - dopo tanto tempo! - un gruppetto di persone.
Eravamo tutti contenti e non ci sembrava vero. Erano i “sopravvissuti” del Reiki, era proprio il caso di dirlo.
Una di loro, una giovane e molto piacente signora sposata, durante la cerimonia di iniziazione che, come al solito, si svolgeva al buio e ad occhi rigorosamente chiusi, si lasciò sfuggire, molto emozionata: “OOOHHH . . . Oddio, sento l’energia del Reiki salirmi su, lungo le gambe. Che bellezza . . . .”.
Bé, veramente non era proprio l’energia Reiki che la stava attraversando, era la sacra mano del Maestro che stava cercando di dare un’iniziazione più approfondita alla signora.
Io lo sapevo, perché egli, in  uno di quei rari momenti di distrazione da parte sua, nel quale, confidandosi e mostrandosi nel suo aspetto di normale essere umano ( e cioè di gran figlio di . . .), m’aveva confessato, non sapeva bene nemmeno lui perché, che aveva un debole per le donne sposate, in genere, e che, non appena vedeva una vera all’anulare sinistro, si eccitava enormemente, non sapendo resistere.
Come lo capivo.

 

Libera selezione estratta dal volume
“ LA VIA DEL REIKI”,
di Stefananda – Edizioni ISU

 

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